Crisi d’impresa: le nuove lettere dell’Agenzia delle Entrate che avvisano gli imprenditori in difficoltà
Introduzione
In queste settimane, migliaia di imprenditori italiani stanno ricevendo una comunicazione ufficiale dall’Agenzia delle Entrate. Non si tratta di semplici solleciti di pagamento, ma di segnalazioni strategiche che mirano a prevenire situazioni di crisi aziendale. Alla base di questo nuovo approccio c’è l’articolo 25-novies del Codice della Crisi d’Impresa (D.Lgs. 14/2019), che trasforma i principali enti pubblici creditori – Agenzia delle Entrate, INPS, INAIL e Agenzia delle Entrate-Riscossione – in sentinelle della sostenibilità finanziaria delle imprese.
Cosa prevede l’articolo 25-novies: un cambio di paradigma
Il Codice della crisi d’impresa, entrato pienamente in vigore nel 2022, ha introdotto un meccanismo di segnalazione preventiva pensato per anticipare e affrontare tempestivamente le difficoltà finanziarie delle aziende. In particolare, l’articolo 25-novies stabilisce che, al superamento di determinate soglie di debito scaduto da oltre 90 giorni, l’impresa venga formalmente avvisata.
Le soglie di allerta:
- 100.000 euro per imprese individuali
- 200.000 euro per società di persone
- 500.000 euro per società di capitali
Una volta superate queste soglie, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione è tenuta a inviare una comunicazione all’imprenditore, e se presente, anche all’organo di controllo societario.
Perché arrivano queste lettere: un segnale per prevenire il peggio
Queste missive non sono solo adempimenti burocratici. Hanno un valore concreto e politico: rappresentano un primo passo verso una gestione più consapevole e anticipata delle crisi aziendali. L’obiettivo non è punire, ma “svegliare” l’imprenditore e invitarlo ad attivarsi, valutando eventualmente la composizione negoziata della crisi, uno strumento introdotto proprio per evitare il fallimento.
In pratica, lo Stato passa da ruolo passivo a ruolo attivo: non si limita a richiedere il pagamento del dovuto, ma segnala il rischio potenziale di insolvenza prima che sia troppo tardi.
Cos’è la composizione negoziata della crisi
Introdotta con il nuovo Codice della crisi, la composizione negoziata è una procedura volontaria e non giudiziale che consente all’imprenditore in difficoltà di avviare un dialogo strutturato con i propri creditori, al fine di raggiungere:
- Dilazioni di pagamento
- Riduzioni concordate del debito
- Accordi sostenibili per evitare la liquidazione dell’azienda
Non si tratta quindi di un annuncio di fallimento, bensì di un’opportunità di risanamento, con il supporto di un esperto indipendente e la supervisione degli enti pubblici coinvolti.
Le criticità del sistema: tra buone intenzioni e rischi operativi
Nonostante le buone intenzioni del legislatore, il sistema solleva diverse questioni pratiche:
- Le imprese sapranno davvero reagire alle segnalazioni in modo costruttivo?
- Quale sarà l’impatto reputazionale per le aziende che ricevono queste lettere, soprattutto in settori dove la fiducia è un asset fondamentale?
- Le PMI saranno in grado di utilizzare correttamente gli strumenti previsti dal Codice, o la burocrazia rischia di soffocare il processo?
Il rischio, infatti, è che la segnalazione venga vissuta come un peso burocratico o addirittura come una prefigurazione del fallimento, invece che come un’opportunità di salvataggio.
Conclusione
Il nuovo sistema di segnalazione introdotto dal Codice della crisi rappresenta un cambio di mentalità: da una logica punitiva a una preventiva. Le lettere dell’Agenzia delle Entrate non devono spaventare, ma essere viste come un campanello d’allarme strategico, utile per attivare in tempo strumenti di composizione negoziata e salvare l’impresa prima che sia troppo tardi.