Decreto “Correttivo-bis”: tutte le novità sul Concordato Preventivo Biennale
Il nuovo Decreto “Correttivo-bis” ha riscritto le regole del concordato preventivo biennale, lo strumento che permette di definire in anticipo con il Fisco il reddito imponibile per due anni. L’obiettivo? Snellire le procedure, renderle più trasparenti e adattarle meglio alle realtà di professionisti e imprese.
1. Stop al concordato per i forfetari
Dal 1° gennaio 2025, chi utilizza il regime forfetario non potrà più aderire al concordato biennale. La decisione arriva dopo una bassa adesione e l’esperienza limitata del sistema. La misura riguarda chi opera con partita IVA agevolata, secondo la Legge 190/2014.
2. Nuove regole sull’imposta sostitutiva
Se c’è uno scarto superiore a 85.000 euro tra il reddito effettivo dell’anno precedente e quello concordato, non si applica più l’imposta sostitutiva, ma le aliquote ordinarie IRPEF o IRES. L’idea di alzare la soglia a 100.000 euro è stata scartata, perché poco coerente con i redditi medi dei potenziali aderenti.
3. Più limiti per l’accesso e la permanenza
Chi partecipa a studi associati o società professionali potrà aderire al concordato solo se tutti i soci fanno la stessa scelta. Se anche uno solo esce o non può aderire, l’intera entità perde il beneficio. Stessa regola per società e associazioni.
4. Cosa si intende per “conferimenti”
Una norma interpretativa chiarisce che i “conferimenti” che causano l’esclusione dal regime sono solo quelli che riguardano aziende o rami d’azienda. I versamenti in denaro dei soci non rientrano in questa definizione.
5. Proroga dei termini di adesione
Cambia anche la scadenza per aderire: dal 31 luglio si passa al 30 settembre. Per chi non segue l’anno solare, la data limite sarà l’ultimo giorno del nono mese dopo la chiusura del periodo d’imposta. L’obiettivo è semplificare la vita ai contribuenti.
6. Meno burocrazia, più efficienza
Serve meno carta anche per aggiornare la metodologia con cui si calcola il reddito concordato. Il parere del Garante Privacy sarà richiesto solo in caso di modifiche sostanziali, tagliando così tempi e costi.
7. Incentivo al lavoro: maxi-deduzione prorogata
Una buona notizia per chi assume: la maxi-deduzione del 120% sul costo del lavoro resterà attiva fino al 2027. E sarà esclusa dal calcolo del reddito oggetto di concordato, aiutando le imprese ad alleggerire il carico fiscale.
8. Limiti al rialzo per i contribuenti “virtuosi”
Chi ha un alto punteggio di affidabilità fiscale potrà accettare un reddito concordato superiore a quello dell’anno precedente, ma entro certi limiti:
- +10% se il punteggio è 10,
- +15% per punteggi tra 9 e 10,
- +25% se si è tra 8 e 9.
Se il reddito concordato resta sotto i valori di riferimento del settore, questi limiti non si applicano.
9. Chiarimenti sulla decadenza
Decade dal concordato chi non paga le imposte entro 60 giorni dalla notifica dell’Agenzia delle Entrate. Si rafforza la distinzione tra violazioni legate ai ricavi e quelle dovute alla mancata comunicazione dei dati utili agli ISA (indici sintetici di affidabilità).