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Nessuna compensazione con cartelle superiori ai 10.000 euro.

17 Apr di Antonio Maddalena

Nessuna compensazione con cartelle superiori ai 10.000 euro.

Ulteriori 30 giorni oltre la scadenza per pagare o accordare piani di pagamento per debiti superiori a 10.000 euro, al fine di evitare la sospensione dei crediti inutilizzati relativi ai bonus edilizi. La modifica interessa circa 160 miliardi di euro su 219 miliardi di crediti da bonus edilizi di varia natura ancora non utilizzati e registrati sul portale dell’Agenzia delle Entrate.

Nonostante sia entrata in vigore il 30 marzo, successivamente alla sua pubblicazione nel Decreto Legge n. 39/2024 sulla Gazzetta Ufficiale, la disposizione rimane inattiva. La sua attuazione dipende dall’emissione di un regolamento specifico da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, come previsto dall’articolo 17, comma 3, della legge del 23 agosto 1988, n. 400.

La sospensione della possibilità di utilizzo dei crediti da bonus edilizi si attiva in presenza di debiti erariali iscritti a ruolo per importi complessivi superiori a 10.000 euro, se sono trascorsi 30 giorni dalla scadenza dei termini di pagamento senza che siano stati adottati provvedimenti di sospensione o sia intervenuta la decadenza dalla rateazione.

Questo sistema aggiunge ai 60 giorni già previsti per la gestione dei debiti un ulteriore periodo di 30 giorni post-scadenza, permettendo così ai contribuenti di “gestire” meglio i debiti o le parti di debito superiori a 10.000 euro, evitando la sospensione dei crediti.

È importante considerare che l’effetto inibitorio della norma non è totale ma limitato agli importi dei ruoli e carichi erariali nelle mani dei riscossori, includendo anche gli atti di recupero emessi dall’Agenzia delle Entrate relativi a crediti d’imposta non spettanti o inesistenti. Inoltre, tutti i carichi oggetto di una dilazione in corso sono esclusi dal conteggio dei 10.000 euro, rendendo la rateizzazione uno strumento essenziale per mantenere la liquidità e restare al di sotto del limite che innescarebbe il blocco della compensazione dei crediti.