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Stop alle manette se si paga a rate.

26 Feb di Antonio Maddalena

Stop alle manette se si paga a rate.

Una una svolta significativa per il sistema fiscale italiano. Una novità che potrebbe alleggerire le conseguenze per coloro che hanno mancato i pagamenti fiscali. Approvato dal Consiglio dei Ministri, il decreto offre una via d’uscita dal rischio di procedimenti penali per gli individui che si impegnano a regolarizzare la loro posizione fiscale pagando a rate. Questo approccio, incentrato sulla collaborazione con l’amministrazione fiscale e il rispetto degli accordi di pagamento, apre la porta a riduzioni significative delle pene per una gamma più ampia di reati fiscali.

Fino all’adozione di questo decreto, la legislazione (specificatamente l’art. 13 del decreto legislativo 74/2000) prevedeva che l’unica strada per evitare sanzioni penali in caso di mancato pagamento di somme dovute (superiori a 150.000 euro per le ritenute e 250.000 euro per l’IVA, per ogni periodo di imposta) fosse il pagamento completo del debito, incluse sanzioni amministrative e interessi, prima dell’apertura del dibattimento. Similmente, per le dichiarazioni errate o mancanti, era richiesto che il debito fosse saldato prima dell’inizio di qualsiasi attività di controllo fiscale o procedimento penale, per evitare condanne.

La riforma mira a rivedere il rapporto tra i procedimenti penali e tributari, aggiornando le norme relative alle circostanze in cui è possibile evitare la punibilità. In particolare, il decreto modifica le condizioni sotto le quali i debiti tributari possono influenzare le decisioni penali, valorizzando il rispetto dei piani di rateizzazione.

Per gli omessi versamenti di IVA e ritenute, la riforma stabilisce che la sanzione penale si applicherà solo se emerge chiaramente l’intenzione del contribuente di eludere il pagamento delle tasse dovute. Viene introdotto un sistema che permette la rateizzazione del debito fiscale, con l’obiettivo di facilitare la regolarizzazione delle posizioni debitorie. Inoltre, si specifica che il contribuente sarà penalmente responsabile solo se, al termine del periodo concordato, il debito non è in fase di estinzione o se è decaduto il beneficio della rateizzazione.

Una delle novità più rilevanti riguarda l’introduzione di circostanze attenuanti e la possibilità di evitare pene accessorie se il debito è in fase di estinzione attraverso la rateizzazione prima della conclusione del dibattimento. Questo approccio mostra un evidente cambiamento verso una maggiore flessibilità e comprensione delle difficoltà che i contribuenti possono incontrare nel saldare i loro debiti fiscali.

Infine, il decreto modifica anche le regole relative al sequestro dei beni, indicando che questo non può essere disposto se il debito è in corso di estinzione e il contribuente è in regola con i pagamenti, a meno che non esista un reale pericolo di dispersione del patrimonio. Queste modifiche rappresentano un importante passo avanti nella gestione delle questioni tributarie, mirando a incentivare la regolarizzazione dei debiti e ridurre il rischio di conseguenze penali per i contribuenti.