Concordato Preventivo Biennale: novità sui Controlli Fiscali e il Ravvedimento Speciale
Il Concordato Preventivo Biennale (CPB) torna al centro dell’attenzione dopo le recenti dichiarazioni dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza durante il Videoforum dello scorso lunedì. La notizia è positiva per chi ha aderito alla proposta dell’Amministrazione finanziaria: i controlli fiscali saranno rari e meno stringenti.
Meno Controlli per Chi Aderisce al CPB
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che i contribuenti che hanno accettato il CPB verranno considerati a basso rischio fiscale, riducendo così la probabilità di controlli. Questo perché il concordato stesso dimostra una volontà di trasparenza e compliance, e l’articolo 34 del D.Lgs. n. 13/2024 prevede forti limitazioni alle verifiche fiscali per chi aderisce.
Insomma, per questi contribuenti il rischio di un accertamento è decisamente contenuto.
Chi Non Aderisce al CPB: Nessun Automatismo nei Controlli
Per chi non ha accettato il CPB, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone, ha rassicurato che la mancata adesione non comporta automaticamente una maggiore probabilità di controlli. Infatti, secondo l’articolo 6 del Decreto MEF del 14 giugno 2024, l’attività di verifica resta comunque legata a un’analisi del rischio, e solo in presenza di anomalie evidenti si potrebbe finire nelle liste di controllo.
In sintesi, non aderire al CPB non significa automaticamente essere sotto la lente del Fisco, ma eventuali anomalie potrebbero aumentare la probabilità di accertamenti.
Decadenza dal Concordato e Dichiarazione Integrativa
Un ulteriore chiarimento riguarda la decadenza dal CPB. L’Agenzia delle Entrate ha precisato che, secondo l’articolo 22, comma 1, lettera a) del D.Lgs. n. 13/2024, un contribuente decade dal concordato se, nei periodi d’imposta oggetto dell’accordo (o in quello precedente), emergono attività non dichiarate o passività inesistenti per un valore superiore al 30% dei ricavi dichiarati.
Questa decadenza scatta non appena viene emesso l’avviso di accertamento, anche se il contribuente impugna l’atto in sede giudiziaria.
Ravvedimento Speciale: Esclusi i Forfettari
L’Agenzia delle Entrate ha anche chiarito i confini del ravvedimento speciale previsto dal Provvedimento del 4 novembre 2024. I contribuenti in regime forfettario che hanno aderito al CPB non potranno accedere alla sanatoria.
Non basta aver applicato gli ISA o dichiarato una causa di esclusione ammessa al ravvedimento speciale. Per poter accedere a questa misura è necessario aver aderito al concordato nella versione disciplinata dagli articoli 10-22 del D.Lgs. n. 13/2024.
Questa esclusione è confermata anche dall’articolo 2-quater, comma 6-bis, del D.L. n. 113/2024 e dall’articolo 7-bis del D.L. n. 155/2024, che limitano il ravvedimento speciale ai soli soggetti ISA.
Conclusioni
- Aderire al CPB riduce fortemente il rischio di controlli fiscali.
- Non aderire al CPB non significa essere automaticamente soggetti a verifiche, ma l’analisi del rischio potrebbe influenzare eventuali controlli.
- Si decade dal CPB se emergono attività non dichiarate o passività inesistenti superiori al 30% dei ricavi dichiarati, indipendentemente dall’eventuale impugnazione.
- I forfettari aderenti al CPB sono esclusi dal ravvedimento speciale, che rimane riservato ai soli soggetti ISA.